D come delitto by Sue Grafton

D come delitto by Sue Grafton

autore:Sue Grafton [Grafton, Sue]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
pubblicato: 2000-12-31T22:00:00+00:00


14

Erano le due passate, quando uscii finalmente dal ristorante e l'aria era umida e fredda. O forse era soltanto la confusa immagine della compagna di Daggett che mi dava i brividi. Ero stata quasi certa che vi fosse qualcuno con lui, quella notte, e ora ne avevo la conferma. Non una prova di omicidio, naturalmente, ma una sorta di intuizione degli eventi che avevano portato alla sua morte, un barlume della persona che era con lui, quel fantomatico "altro" del quale avevo finalmente scoperto una traccia.

In base alla descrizione di Dinah, il nome di Lovella fu il primo che mi balzò alla mente. I suoi capelli biondi lunghi e arruffati mi avevano colpita quando l'avevo vista per la prima volta a Los Angeles. D'altra parte quasi tutte le donne che avevo conosciuto in quel caso erano giovani e bionde: Barbara Daggett, Coral, la sorella di Billy Polo, Ramona Westfall, persino Marilyn Smith, la mamma dell'altra bambina morta nell'incidente. Bisognava che accertassi dov'erano tutte quelle donne la notte del delitto, impresa tutt'altro che facile, dato che non avevo alcun mezzo per costringerle a dirmelo. I poliziotti hanno qualche leva sulla quale agire, un investigatore privato non ne ha nessuna.

Il giorno seguente passai alla banca a ritirare l'assegno che avevo depositato in cassetta di sicurezza, entrai in un bar per una rapida colazione, quindi tornai in ufficio dove trascorsi il pomeriggio mettendo in pari i miei scartafacci. Alle cinque chiusi bottega e andai a casa, occupandomi di bazzecole varie fino alle sei e mezzo quando uscii di nuovo per recarmi all'appuntamento coi Westfall e Tony Gahan.

La loro casa si trovava in una strada cieca fiancheggiata da lecci, nei pressi del museo di Storia Naturale. Una strada privata, con soltanto otto case tutte vittoriane, tutte restaurate e tutte tenute in perfetto ordine. Un complesso che ancora oggi sembra una piccola comunità rurale inesplicabilmente sopravvissuta, con i muretti di pietra e i giardini lussureggianti di folti prati, felci e boschetti di bambù. Era quasi buio quando arrivai, e la strada era fasciata di nebbiolina che l'unico lampione non bastava a disperdere.

Trovai il numero che cercavo, una costruzione in legno a un piano color stucco con un ampio portico e immacolate imposte bianche, fermai la macchina davanti al cancello e imboccai a piedi il vialetto d'accesso. Il portico era arredato con candidi mobili di vimini e cuscini dai colori vivaci, ai lati della porta due colonne vittoriane in vimini reggevano grandi vasi di splendide felci. Tutto troppo perfetto, per i miei gusti.

Suonai il campanello, trattenendomi dallo spiare attraverso l'oblò in vetro della porta. L'interno era certamente qualcosa che sembrava uscito da qualche rivista d'arredamento tipo Casa e Giardino, un'elegante fusione d'antico, di moderno e di anticonvenzionale.

La porta fu aperta da Ramona, che mi invitò a entrare. Cercai di mantenere un tono cordiale, ma non mi sprecai in elogi dell'ingresso che era immacolato come tutto il resto. Mi accompagnò in un salotto e si richiuse alle spalle la porta scorrevole di quercia. Aspettai in silenzio, fissando ostinatamente il pavimento.



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